“Lineamenti di filosofia del diritto” è un’opera
filosofica pubblicata da Hegel nel 1820, nel quale troviamo la sintesi del suo
pensiero. Oltre che a trovare riflessioni sulla moralità, eticità e diritto,
sono molto importanti anche le parole sullo stato: esso rappresenta la sintesi di
famiglia e società civile, collegandosi cronologicamente alla fine dell’ethos,
ma è presente logicamente sin dall’inizio. Lo stato rappresenta “la realtà dell’idea
etica”, ma non è una somma di volontà individuali, ma è “Spirito vivente”. Inoltre,
non è inteso come un luogo di pace perpetua: arte, filosofia e religione
nascono proprio per contrapporsi alla dialettica dello stato. Per quanto riguarda
la guerra, viene vista come un atto necessario per determinare rapporti di forza
ed è intesa come o legittima difesa o extrema ratio, cioè il momento in cui il
cittadino si sottomette a una norma necessaria e universale. In linea di
principio, allo Stato non spetta di occuparsi di politica interna, ma non può
essere indifferente a tutto ciò che accade in politica interna. Infine, la
guerra, secondo Hegel, è un male necessario, ma non è l’unica fonte di dignità
per l’uomo: combattendo, rinuncia alla proprietà e alla propria vita per lo
Stato, spendendosi per un ideale nobile, mosso non dall’egoismo, ma dal raggiungimento
di un bene comune. Sicuramente questa visione si contrappone al pensiero
pacifista di Kant, ma ai giorni nostri è spesso applicata, ad esempio basta pensare agli Stati Uniti, dove il presidente si occupa principalmente di politica estera.
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